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Palermo: marionette e maioliche, due musei da non perdere

Ancora una volta a Palermo, in una tarda primavera mite, con un piccolo gruppo di amiche storiche. Per rivedere i tanti capolavori artistici, passeggiare senza meta tra le vie della città e i suoi mercati colorati, ritrovare il contatto con i siciliani, la loro gentilezza e ospitalità. E per andare alla scoperta di qualcosa di inusuale, inaspettato, ché Palermo riserva sempre sorprese, dietro l’angolo.

Ed eccoci a dedicare un pomeriggio a due piccoli, sorprendenti, incantevoli musei di nicchia: il Museo delle marionette e il Museo delle maioliche. Collezioni private esposte al pubblico, che testimoniano la vitalità culturale della città.

Il Museo delle marionette

Il Museo delle marionette – ovvero il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino – si trova nei pressi di Piazza Marina (sì, quella che ospita i giganteschi, monumentali Ficus magnolioide), in una piazzetta tranquilla, sul retro dell’Hotel de France. Già entrando nel Museo, nel piccolo bookshop del piano terra, si viene catapultati in un mondo a parte, in una penombra silenziosa dalla quale emergono alla luce i primi pupi, strategicamente posti sull’asse attorno al quale si sviluppa la scala: un invito a salire per andare a incontrare le marionette, che ci attendono.

Gentilmente il curatore del bookshop ci fornisce qualche informazione e ci accompagna al primo piano, dandoci una chiave di lettura dell’esposizione, perché non si tratta solo di pupi siciliani, ma di un’ampia collezione di marionette provenienti da paesi e culture diversi e poi scenografie e un piccolo teatro per gli spettacoli. E questo mondo a parte, pur sconosciuto, ci cattura e ci incanta, riportandoci indietro nel tempo, quando da bambine andavamo a vedere i burattini del teatrino di Villa Borghese a Roma.

I pupi siciliani si presentano

Per descrivere la ricchezza di questo piccolo Museo, nulla di meglio di alcune delle immagini scattate durante la visita.

Marionette e burattini della tradizione italiana
Il teatro dei pupi siciliani…
… e quello dei pupi napoletani
Scenografia e marionette di Renato Guttuso per la rappresentazione di “La foresta – radice – labirinto” di Italo Calvino, regia di Roberto Andò (1987)
Scenografia e burattini per il Barbiere di Siviglia
Marionette dal lontano Oriente
Bunraku dal Giappone
Mua roi nuoc: marionette danzanti nell’acqua dal Vietnam
Yoke Thai Thabin: marionette a filo birmane
Rukada: marionette a filo dello Sri Lanka
Wayang Kulit: Teatro delle ombre – Indonesia
Wayang Kulit: Teatro delle ombre – Indonesia
e infine, dall’Africa marionette e maschere
Marionette a bastone dal Mali
Marionetta dal Mali
Maschere dalla Nigeria e dallo Zaire

Siamo fuori e nella calda luce del pomeriggio ci immergiamo nelle stradine della Kalsa per raggiungere via Garibaldi e il Museo delle maioliche “Stanze al Genio”. È una strada peculiare, via Garibaldi. Molti dei palazzi che vi si affacciano sono stati restaurati, non si percepisce, cioè, quell’atmosfera di degrado del sublime che si respira in altre strade di Palermo, dove si incontrano edifici una volta appartenuti a famiglie nobili della città, che testimoniano un passato di magnificenza e ricchezza, ma oggi ci appaiono decadenti, disabitati e cadenti. E poi abbiamo incrociato la presenza di artigiani dei berretti, negozi storici, un po’ dimessi, pieni zeppi di coppole e altri cappelli.

Il Museo delle maioliche “Stanze al Genio”

Il Museo delle maioliche, o meglio la Casa Museo, si trova al piano nobile di una palazzina antica, con bei balconi in ferro battuto, la cui facciata è stata ridipinta di recente, con un colore forse un po’ troppo acceso. Nessuna insegna, per entrare si suona un citofono e si spinge un portone in legno scrostato, come quando si va a casa di amici.

Una volta dentro è un andirivieni di persone che alla spicciolata vengono a visitare il Museo. L’accoglienza è amichevole e chi ci accompagna nella visita, non solo ci illustra la collezione e i suoi singoli pezzi pregiati o singolari, ma ci fornisce anche tante piccole informazioni sull’origine del palazzo, su chi lo ha abitato nei secoli, sulle sue trasformazioni.

Un disegno di maioliche settecentesche, quasi integro

La collezione è ricca di oltre 5000 pezzi, provenienti principalmente dalla Sicilia e dalla Campania – i più antichi risalgono al XV secolo – raccolti in oltre 40 anni di ricerche tra mercatini bric & brac e mercato antiquario.

Formine da pasticceria in terracotta

Insieme alle maioliche ci sono poi altre piccole collezioni di giocattoli anni ’50, oggetti di cancelleria, bottiglie in vetro decorato, scatole di latta e nella cucina, appese alla parete, formine in terracotta per le tipiche preparazioni pasticcere siciliane di pasta di mandorle.

Oggetti in vetro dalle collezioni minori
Esempio di maioliche liberty
Diverse epoche, diversi stili: decorazioni naturalistiche
e motivi geometrici

I restauri recenti dell’abitazione hanno permesso di portare alla luce alcuni decori originari alle pareti e ai soffitti e porzioni di pavimento maiolicato settecentesche. Queste decorazioni, insieme ai mobili d’epoca e alle collezioni costituiscono un unicum nel loro genere: la visita si conferma di grande interesse, da non perdere, per come l’abbiamo vissuta noi.

Un paio di gatti, abitanti della casa e del tutto connaturati nell’ambiente, sono ormai abituati a condividere gli spazi con i visitatori e contribuiscono a creare un’atmosfera che potremmo definire intima, senza perdere la loro natura felina.

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