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Norvegia artica: a Tromso a novembre

Tromso a novembre. 350 km a nord del circolo polare artico. Ancora una quindicina di giorni e arriverà la notte artica. Ma all’inizio del mese il sole sorge verso le 9 del mattino e alle due del pomeriggio è già tramontato. Nelle poche ore in cui si alza sopra l’orizzonte, se si incontrano giornate serene, regala una luce forte e intensa, brillante che satura i colori. Il vento poi spazza via ogni traccia di smog regalando paesaggi dalle linee nitide e pulite.

Isola di Sommaroy

Noi vi abbiamo trascorso tre giorni interi e la città è stata la nostra base per le escursioni nei dintorni, dove la natura è la padrona indiscussa: aurora boreale, whale watching, fiordi. Ma non solo. Siamo rimasti incantati dai paesaggi, dalla luce, dalle atmosfere così peculiari in inverno. Una vera scoperta emozionante.

Tromso: la Parigi dell’artico

La città vale sicuramente una visita. Anni fa vi avevamo trascorso un paio d’ore, in estate a tarda sera, durante una sosta della crociera con il postale norvegese (sì, quella gestita dall’Hurtigruten) e ci aveva lasciato il ricordo di una città piacevole, con begli esemplari di architettura moderna. Tornarci in inverno, anche se la neve imbiancava solo le montagne intorno alla città, è stato scoprire un posto completamente nuovo e diverso.

Abbiamo dedicato a Tromso alcune ore che sono trascorse veloci in modo piacevole. Dalla cattedrale ottocentesca abbiamo percorso tutta la via principale (Storgata), zona pedonale e commerciale, dove le case tradizionali in legno si alternano in armonia a costruzioni più moderne. Le più antiche riportano spesso una piccola targa che ne ricorda la destinazione originale o chi le ha abitate.

Tromso – La biblioteca pubblica

Qualche deviazione ci ha condotti a monte, incontrando la Biblioteca pubblica, bell’esempio di architettura moderna, e verso la zona portuale, con il suo traffico di piccole navi commerciali.

Qua e là qualche bel pezzo di street art.

Tromso – La facciata della Cattedrale Artica

Tromso – The Shallow Tree

La città sorge su un’isola, collegata alla terraferma da alcuni ponti. Noi percorriamo il Tromso bridge che ci porta alla Cattedrale dell’Artico. Anche qui una bella architettura moderna, arricchita da un’importante vetrata multicolore. Dal piazzale antistante la Cattedrale si gode una vista panoramica sulla città, adagiata sulle alture dell’isola, dove la luce bassa sull’orizzonte illumina le case colorate. Le montagne che si elevano subito fuori città sono già innevate e contribuiscono a rendere magica ai nostri occhi l’atmosfera del luogo.

Tromso bridge e la città

Tornati indietro a Skansen, nella parte più antica della città con i suoi edifici tradizionali, ci fermiamo a visitare il Polarmuseet. È un piccolo museo di nicchia, dedicato al racconto di quelle attività che hanno caratterizzato la vita locale in un passato neanche troppo lontano: la caccia alle foche, volpi e altri animali da pelliccia e le spedizioni polari per la scoperta del passaggio a nord-ovest o per arrivare al Polo nord. Il museo è ospitato in un vecchio magazzino in legno dell’Ottocento, accanto al porto, con pavimenti che scricchiolano al passaggio dei visitatori. All’interno vi sono ricostruiti alcuni ambienti come le capanne dei cacciatori di volpi artiche alle Svalbard. Sono esposti i ritrovamenti più antichi provenienti da indagini archeologiche. E poi foto e documenti che raccontano culture e modi di vita ormai scomparsi. Ci siamo appassionati all’interessante ricostruzione della spedizione polare con la nave Fram, che ci convincerà, una volta a Oslo, a visitare il Fram Museum dove la nave è conservata.

Tromso. Edifici nella parte più antica della città

A caccia dell’aurora boreale

Poter assistere di persona allo spettacolo dell’aurora boreale è uno dei motivi che ci ha spinti a intraprendere un viaggio nel nord della Norvegia in inverno. Tre sono infatti le condizioni per riuscire a vederla: il buio – si esclude quindi la possibilità di incontrarla durante l’estate artica, il cielo limpido senza nuvole e una buona attività solare. Tre condizioni che debbono coesistere nello stesso momento, nello stesso luogo. La fortuna diventa un fattore decisivo!

Aspettando l’aurora boreale

In una bella sera stellata, con la luna quasi piena, luminosa e non troppo fredda, siamo usciti a caccia dell’aurora boreale con Cristian la nostra guida artica. Le condizioni quasi perfette. Fuori Tromso, siamo arrivati sulla riva di un solitario piccolo fiordo che si estende da est verso ovest. Una zona non abitata, solo in lontananza le luci di alcuni cottage frequentati durante il week end. Il paesaggio illuminato dalla luna è suggestivo. Un boschetto di betulle dai tronchi contorti arriva fin quasi alla riva sassosa. Piazziamo i cavalletti per le foto e attorno al fuoco, seduti su pelli di renna, cuociamo le nostre salsicce per un succulento panino. È l’occasione per ascoltare Cristian che ci spiega i fondamenti scientifici dell’aurora e poi ci racconta della sua vita di expat italiano in Norvegia: una fonte privilegiata di informazioni, filtrate attraverso la cultura e la sensibilità italiane.

Lo scatto migliore!

E arriva anche l’aurora con le sue scie verdi che si stagliano nel cielo. È un po’ intimidita questa sera. Si mostra e non si mostra. Stanotte, nonostante l’oscurità e la limpidezza siano ottimali, l’attività solare è a un livello piuttosto basso e quindi solo brevi, fugaci apparizioni, niente danze colorate. Cambiamo punto di osservazione. Per noi è la prima esperienza con questi fenomeni e ne restiamo entusiasmati. Essere lì in attesa, un po’ trepidanti, a poco a poco imparare a riconoscere i segni che la anticipano e poi avvistarla è una vera emozione. Non senti più neanche il freddo! Del tutto inesperti in questo campo della fotografia portiamo a casa tantissimi scatti, da cui riusciremo a selezionare poche foto appena interessanti.

Alla fine, è quasi mezzanotte, decidiamo di rientrare.

Un’escursione sui fiordi del Nord

Un’altra giornata di sole, con una bella luce che illumina i paesaggi che attraversiamo. Ancora una volta con Cristian che ci conduce da Tromso, fino all’isola di Sommaroy, attraversando tutta Kvaloya (l’isola delle balene).

Kvaloya

La strada che percorriamo è suggestiva e attraversa scenari naturali per noi insoliti, dove, nello spazio ristretto che si abbraccia con uno sguardo, si incontrano il paesaggio marino della costa e le montagne rocciose, ormai innevate che si riflettono nell’acqua. I panorami sono spettacolari: il trionfo della natura nordica. Incontriamo qualche villaggio e poi case sparse qui e là. Un laghetto ormai ghiacciato con un pattinatore che prova la solidità della superficie. Facciamo una infinità di soste per fotografare gli scorci che via via ci si impongono.

Ancora Kvaloya

Un ponte ci conduce da Kvaloya a Sommaroy. Qui arriviamo a un villaggio di pescatori e poi su una spiaggia di coralli bianchi. Di fronte, una miriade di isolotti, coperti da una bassa vegetazione ormai ingiallita, in un colore reso saturo dalla luce del sole, bassa sull’orizzonte. Esploriamo alcune spiaggette che si susseguono una dietro l’altra, separate da basse formazioni rocciose. Approfittiamo della presenza di tavoli in legno in un’area picnic per uno spuntino.

Sommaroy – La spiaggia di corallo
Sommaroy – Pontile

Sulla via del ritorno il sole è già tramontato, ma la luce è ancora bella e ci regala altri paesaggi magici. Un’ultima sosta al Nordfjord per catturare ancora qualche immagine.

Kvaloya – Nordfjord al crepuscolo

Orche e megattere

Un’ultima escursione, in mare questa volta, ci porta a nord di Tromso verso Skjervoy, luogo di raduno (e di studio) dei cetacei. Partiamo di buon mattino su un’imbarcazione ibrida, un catamarano che utilizza la propulsione a gasolio per avvicinarsi alla meta e poi quella elettrica (silenziosa) una volta che in zona si sono avvistati i cetacei. La barca, di recente costruzione, è comoda, con ampie vetrate per ammirare il panorama e un ponte superiore coperto, dal quale, scomparsa la vista del mare, si ha la sensazione di planare nel paesaggio.

Il tempo è cambiato, il cielo è grigio, grosse nubi si rincorrono, lasciando ogni tanto filtrare piccoli sprazzi di luce metallica. Il catamarano si muove agile nel mare grigio. La neve copre le montagne che costeggiano il percorso fin quasi alla riva. Il paesaggio è maestoso, emozionante: una scala infinita di grigi tra il bianco della neve e il nero degli alberi in silhouette. Fuori sul ponte è un po’ freddo, ma non possiamo farci sfuggire l’occasione di immergerci in questa natura così affascinante. 

Arrivando a Skjervoy

I biologi marini che accompagnano l’escursione sono prodighi di informazioni sull’itinerario che stiamo percorrendo e di spiegazioni divulgative sui differenti tipi di cetacei che potremo incontrare, su come distinguerli, sui loro comportamenti. Le tre ore di navigazione per raggiungere Skjervoy scorrono velocemente.

Arrivati nella zona di avvistamento, tutti fuori, cercando un posto che assicuri una buona visuale. Le orche cominciano a mostrarsi. Nuotano in lontananza, a volte sole, a volte in piccoli gruppi di due o tre esemplari. Qualcuna compare più vicina al catamarano offrendoci un bel salto fuori dall’acqua, elegante e inconfondibile nella sua livrea: dorso nero e ventre bianco con una netta demarcazione tra i due colori. Avvistiamo anche una megattera che, emersa per respirare, si reimmerge davanti a noi con un tuffo, mostrandoci la coda. Portare a casa delle foto ben fatte è una vera sfida, anche per chi è arrivato con un’attrezzatura sofisticata. Rinunciamo presto agli scatti, per goderci lo spettacolo in tranquillità.

E alla fine un’orca decide di avvicinarsi!

Anche qui l’avvistamento è questione di fortuna. E lo spettacolo cui si può assistere dipende dal momento. In questo periodo le orche seguono i branchi di aringhe per una caccia in gruppo, dove i singoli cooperano accerchiando le “ball” di aringhe per poi tuffarsi in mezzo e stordirle o ucciderle a colpi di coda. Chi ha assistito a questo spettacolo assicura che si tratta di un’emozione indimenticabile. Noi, pur non avendo avuto questa opportunità, siamo rimasti molto soddisfatti dell’escursione: paesaggi e animali ci hanno offerto la possibilità di ammirare spettacoli naturali entusiasmanti.

Informazioni pratiche

Viaggio: per il viaggio da Roma a Tromso in aereo abbiamo volato con Lufthansa fino a Oslo (scalo a Francoforte) e poi con Norwegian airways. Stesso itinerario per il ritorno.

Hotel: abbiamo prenotato dall’Italia il Quality Hotel Saga a Tromso, in pieno centro vicino al porto e alla cattedrale. Molto comodo per la collocazione, semplice ma del tutto soddisfacente per le nostre esigenze (https://quality-hotel-saga-tromso.hotelmix.it/)

Escursioni: per tutte le escursioni ci siamo rivolti all’agenzia locale Fram Tours (https://www.framtours.net/) che ci ha organizzato anche il silent whale watching con l’agenzia Brim Explorer (https://brimexplorer.com/destination/troms%C3%B8)

Abbigliamento: siamo andati a Tromso con l’abbigliamento da sci e siamo stati bene. Abbiamo noleggiato nel negozio Tromso Outdoor (https://www.tromsooutdoor.no/) gli scarponi (winter boots), per proteggerci dal freddo e le solette esterne in gomma e metallo per camminare sul ghiaccio ed evitare di scivolare (spikes). Le spikes di fatto non le abbiamo usate perché non ce n’era bisogno, ma la prudenza non è mai troppa!

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