
Lisbona vs Lisbona
1995
Lisbona. Una prima visita nel marzo del 1995. Restiamo folgorati dalla sua atmosfera un po’ decadente che la rende speciale. Passeggiando per le strade della città, nelle orecchie la musica dei Madredeus, ritroviamo l’aria malinconica che si respira nei libri di Tabucchi che vi sono ambientati e nel film Lisbon Story di Wim Wenders. Ci sono complici le sagome cartonate di Marcello Mastroianni-Pereira che sono sparse qui e là in occasione dell’uscita del film Sostiene Pereira, trasposizione cinematografica di un libro di Tabucchi, appunto!

Il nostro ricordo è sorretto dalle immagini delle diapositive scattate in quell’occasione. Nelle strade del centro i negozi hanno vetrine un po’ vecchiotte e vendono merci ai nostri occhi del tutto fuori moda. In rua Garrett, nel cuore del Chiado, notiamo una bella libreria con gli scaffali di legno che vende libri usati. Le case hanno intonaci scrostati e gli infissi in legno avrebbero bisogno di una bella restaurata.

I turisti non sono molti. Girando per le strade incontriamo gli abitanti della città con le borse della spesa e i bambini che giocano a pallone nelle piazzette. In basso, lungo una strada che corre parallela al Tago, si susseguono le botteghe che vendono baccalà ed espongono i grandi filetti seccati all’esterno del negozio.


Le visite sono quelle obbligate di chi arriva per la prima volta a Lisbona: il Castello di San Giorgio, il Museo di arte antica (indimenticabile la Tentazione di Sant’Antonio di Bosch). E poi a Belem il Monastero dos Jeronimos, con il suo bellissimo chiostro, la Torre, icona della città, e il Monumento che celebra le scoperte dei navigatori.

Negli anni il ricordo dei pochi giorni trascorsi a Lisbona si accompagna alla nostalgia e alla dolcezza delle emozioni che il ricordo evoca.
2018
Torniamo per tre giorni nel 2018, sulla via di casa dalle Azzorre. Arriviamo in città di sera tardi. Abbiamo prenotato una camera in un b&b nel Bairro Alto. È agosto, fa caldo. Il taxi che ci conduce in città si districa attraverso strade affollate, rumorose, piene di gente seduta ai tavoli dei locali.

Nei giorni successivi, mentre ripercorriamo quelle strade che ricordiamo bene, ci rendiamo conto a poco a poco dei cambiamenti. La città ha indossato abiti nuovi. Gli edifici sono stati rinfrescati e ospitano bed & breakfast e case vacanze. I negozi sono quelli che si trovano in qualsiasi grande città europea, stesse marche, stesse merci. Agli artigiani e alle botteghe tradizionali sono subentrati negozi per turisti. Le botteghe del baccalà sostituite da un’elegante boutique che vende sardine in scatola (ottime peraltro), affollata di turisti. Nelle strade del centro è un susseguirsi di bar, ristoranti e gelaterie: una ristorazione rapida e di scarsa qualità. La città è in mano ai turisti. Dei vecchi lisbonesi nel centro storico, poche tracce.

I monumenti restano interessanti, da visitare senza dubbio. Questa volta aggiungiamo due piccoli musei di nicchia: il Museo del Fado e il Museo Aljube, Resistenza e Libertà ospitato nel carcere per i prigionieri politici sotto il regime di Salazar.
Andando in giro per la città ci manca l’atmosfera che avevamo sperimentato nella precedente visita e che è una parte così importante del nostro ricordo. Eppure, pensandoci a posteriori, ci rendiamo conto che questa parte dell’anima di Lisbona non è del tutto scomparsa. Si è solo ritirata in angoli un po’ nascosti, da cercare con cura, ché prima o poi capiteranno di fronte.
Nelle strade dell’Alfama dove il quartiere difende con forza la propria identità.
A rua Garrett, dove ritroviamo la vecchia libreria Bertrand, piena di nostalgie letterarie e di oggetti provenienti da terre lontane.


Nella Casa do Alentejo, che sembra uscita da una descrizione di Tabucchi, con il suo patio moresco, dove si incontra qualcuno intento a leggere il giornale, e poi la sala da pranzo monumentale e quella più modesta con gli azulejos alle pareti.


Perché Lisbona, come ogni città viva, si evolve, come è giusto che sia. L’importante è che non perda la sua anima.

Riferimenti
Antonio Tabucchi – Requiem – Feltrinelli 1992
Antonio Tabucchi – Sostiene Pereira – Feltrinelli 1994
Wim Wenders – Lisbon Story – film 1994
Madredeus – Ainda, colonna sonora del film Lisbon Story

