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L’atmosfera veneziana della Giudecca

A Venezia dopo qualche anno. Scegliamo di soggiornare alla Giudecca, l’antica Spina Longa che, di fronte alla città, si allunga sinuosa e stretta, aldilà dell’omonimo canale. Un luogo privilegiato da cui godere la vista sulla Fondamenta delle Zattere, la chiesa di Santa Maria della Salute, il bacino di San Marco, l’isola di San Giorgio.

Uno scorcio della Fondamenta delle Zattere, al crepuscolo dalla Giudecca

Giudecca è una Venezia in piccolo, popolare, meno pittoresca della sorella maggiore, ma proprio per questo autentica, tranquilla, non ancora sopraffatta dalla gentrificazione/disneyzzazione del centro storico.

È solcata da tre canali perpendicolari a quello della Giudecca e qualche rio interno di collegamento. E la presenza tangibile dell’acqua finisce qui. Puoi camminare per le calli senza incontrarla a ogni svolta. Ma in ogni calle, in ogni campo sai, percepisci di essere a Venezia. L’acqua la senti sulla pelle, nell’aria umida e nell’odore dolciastro e persistente di leggera putrefazione: inequivocabile.

Le case, dipinte a colori vivaci, sono popolari. Alcune, al piano terra, sono dotate di un piccolo appezzamento, un fazzoletto di terra di pochi metri quadrati. Invasi dalle erbacce alcuni, quando la casa – finestre sprangate, persiane scrostate – è verosimilmente non abitata da tempo. Ma abbiamo incontrato anche minuscoli giardini fioriti e soprattutto piccoli orti urbani, coltivati con cura e passione. Anche il carcere femminile ha al suo interno, nascosta alla vista, un’area destinata all’orticultura. E questa produzione costituisce un importante punto di contatto con il mondo esterno al carcere quando, settimanalmente, i prodotti agricoli sono posti in vendita al pubblico nello spiazzo antistante il fabbricato.

Alcuni isolati nella zona esterna dell’isola che si affaccia sulla laguna aperta, sono stati riqualificati e oggi ospitano condomini di buon livello, senza sconfinare nel lusso inavvicinabile. Esempi di quella che si definisce “rigenerazione urbana”: case nuove, inequivocabilmente moderne, non più di due-tre piani, con finestre luminose, si inseriscono gentilmente nell’urbanistica tradizionale dell’isola e segnano una possibile linea di evoluzione del vivere a Venezia. Con la necessaria limitazione che interventi di questo tipo sono possibili solo in zone periferiche, dove sono presenti spazi da riconvertire.

Giudecca: architetture tradizionali e moderne convivono

La Giudecca ha conosciuto il passato operaio di uno sviluppo industriale e cantieristico, ormai del tutto ridimensionato, dove il cantiere navale è oggi dedicato essenzialmente alle imbarcazioni da diporto. L’isola sta vivendo un suo sviluppo turistico, ma limitato e tranquillo – sostenibile potremmo affermare? – che si sposa armoniosamente con i mestieri di piccoli atelier d’artista, botteghe artigianali e con gli studenti che vi hanno trovato la loro residenza. Le aree di lusso, estranee all’atmosfera dominante e di fatto separate dalla società isolana, le troviamo agli estremi est e ovest dell’isola, con l’hotel Cipriani da un lato e il Mulino Stuccky, trasformato in un hotel della catena Hilton, dall’altro. L’impressione generale che abbiamo avuto è che, nonostante il cambio delle attività economiche, gli abitanti non siano stati espulsi e siano rimasti a vivere qui.

Passeggiando lungo le calli si incontrano anziani con il carrello della spesa e bimbi che vanno in bicicletta, giocano nei cortili, si rincorrono: raramente un adulto è presente a controllarli, l’ambiente è tranquillo, non ci sono auto, né timori per la loro incolumità, evidentemente. Solo le fondamenta prospicienti il canale della Giudecca sono frequentate, con i tavolini all’esterno di bar e trattorie che creano una certa vivacità, dove è assolutamente normale ascoltare gli abitanti del luogo che chiacchierano con la tipica cadenza cantilenante del dialetto veneziano. Appena si devia verso l’interno, poi, i rumori si attutiscono. Con le finestre aperte si sentono le voci che provengono dalle abitazioni, la musica di una radio accesa, i profumi della cucina.

Giudecca, una bella giornata: il bucato si stende in cortile su corde sostenute da pali di legno

La domenica mattina l’atmosfera è quella tipica del giorno di festa in un piccolo centro. Lungo le fondamenta che costeggiano il canale si incontra qualche pescatore che, calata la lenza, resta seduto sul suo sgabello in attesa che il pesce abbocchi. In silenzio, anche se il compagno è solo qualche metro più in là. Sul sagrato della basilica del Redentore il sacerdote saluta uno a uno i parrocchiani che escono dalla messa e che conosce personalmente. Le tappe tipiche della domenica: quella dal giornalaio per l’immancabile quotidiano locale, abitudine sempre più rara, ma non del tutto scomparsa; quella in pasticceria per tornare a casa con un dolcetto che allieti la giornata.

A pesca sul Canale della Giudecca

A sera, le luci che illuminano le calli e i campi sono fioche, scarse le persone in giro, nonostante l’aria tiepida dell’autunno. La sensazione è quella di essere stati catapultati indietro nel mondo degli anni ’50, ’60.

Di sera le luci dei lampioni si riflettono sul Rio del Ponte Longo

I monumenti? Scenografiche, affacciate direttamente sul canale, le due chiese palladiane delle Zitelle (visita su appuntamento) e del Redentore, che accoglie dipinti della Scuola del Tintoretto e di quella del Veronese. Più semplice e più antica la chiesa di Santa Eufemia. Bellissima la galleria d’arte della Casa dei Tre Oci, accolta in un bel palazzetto sulle Fondamenta delle Zitelle, che ospita mostre fotografiche di ottimo livello. Noi abbiamo ammirato l’opera della fotografa svizzera Sabine Weiss.

Per quella che è stata la nostra esperienza, decidere di soggiornare alla Giudecca e raggiungere ogni giorno Venezia per la visita delle esposizioni della Biennale d’arte è stata una scelta vincente. Ci ha concesso di immergerci nell’arte, nella folla, nella bellezza sublime della città. Poi, dopo una giornata colma di stimoli, ritornare nella tranquillità un po’ paesana di questa isola dall’atmosfera speciale.

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