
Greenwich da esplorare
Cogliendo l’occasione di soggiornare a Blackheath, cioè a un passo da Greenwich, ci dedichiamo a esplorare la cittadina e a godercela in tutta la sua gradevolezza.
Il Greenwich Park in primo luogo. È uno dei Royal Park londinesi e in estate resta aperto fino a tardi. È percorso da strade bordate da alberi secolari e frequentatissimo come spazio sportivo, per un picnic con gli amici o per dedicarsi a leggere un libro. Bellissimi i platani, con i rami che si abbassano fino a toccare il prato e le foglie fitte che creano ombra tutt’intorno, scenograficamente distanziati l’uno dall’altro, per essere ammirati in tutta la loro maestosità.

Attraversare il Parco provenendo da Blackheath permette di avvicinarsi a Greenwich con gradualità. Dal grande prato, dove qualcuno si esercita con il kiteboarding, alla zona più boscosa, con le radure occupate da chi pratica yoga o tenta di giocare a freesby nonostante il vento, fino ad arrivare nel punto più alto, panoramico sulla cittadina, con la collina che digrada verso il Tamigi. Oltre si ammira lo skyline di Canary Wharf, con i grattacieli in vetro e acciaio, simbolo di una città in continua evoluzione. In cima alla collina l’Osservatorio con il Prime Meridian, la linea del meridiano di Greenwich, punto di riferimento internazionale universalmente riconosciuto.
Scendiamo verso il centro e ci fermiamo a visitare la Queen’s House, una quadreria tipicamente inglese con opere che vanno dal tardo ‘500 al ‘900. Tra i tanti quadri scoviamo anche un’opera di Turner. Quella che apprezziamo di più è l’architettura del palazzo, la Great Hall con il pavimento a disegni geometrici in marmo bianco e nero e la fotografatissima Tulip Staircase.



Fuori il Greenwich Market è animato e pieno di gente, con uno street food etnico che ti fa fare il giro del mondo nello spazio di un cortile. Noi decidiamo di fermarci in un vero pub tradizionale inglese che, scopriamo poi, è piuttosto famoso: Goddards at Greenwich. Prendiamo una pie ripiena di carne con la tipica salsa, purè di patate e birra. Il servizio è molto spartano, il prezzo non teme confronti e il cibo, quanto di più inglese si possa immaginare, è anche buono. Sembra di essere all’interno di un racconto di Dickens. Insomma, da provare una volta!
Completamente diversa è la zona della Greenwich Peninsula, in un’ansa del Tamigi, formata dal pigro scorrere del fiume. La scopro per caso andando a prendere la Jubilee Line a North Greenwich. Si è sviluppata accanto al Millennium Dome (oggi conosciuto come O2 Arena). Nuove costruzioni vetro e acciaio si susseguono fino al Tamigi.


Tra queste si incunea il Tide, un parco lineare sopraelevato, nello spirito della High Line di New York, fatte le dovute proporzioni. La mia curiosità è attirata dal Quick Tide, installazione dell’artista Felipe Pantone, una macchia di colori che si staglia sul grigio metallico delle costruzioni ultramoderne intorno. Pantone, che nasce come street artist, continua a offrire le sue opere alla libera fruizione del pubblico e in via temporanea: anche questa rimarrà fino a quando, più o meno deteriorata dal tempo trascorso, non sarà sostituita.


L’occasione è ghiotta: mi fermo a fare un po’ di foto e percorro tutta la passerella fino ad arrivare alla terrazza sul fiume. Da lontano riconosco, inconfondibile nello stile, un gruppo scultoreo di Damien Hirst. Si tratta di Hydra & Kali e Mermaid, scoprirò poi cercando informazioni online (https://www.greenwichpeninsula.co.uk/the-tide/).


