
Arte e natura in Romagna
Un week end lungo quattro giorni consente di ampliare il raggio di movimento e ci porta a scegliere l’Emilia Romagna, di cui conosciamo solo le città d’arte maggiori. Ci costruiamo un itinerario che mette insieme arte e natura. Punti di attrazione, Faenza che ci attira per le sue ceramiche e Forlì con i Musei San Domenico, famosi per aver accolto negli anni esposizioni temporanee di pregio.
Per la sistemazione scegliamo un agriturismo in campagna a metà strada tra le due città, che si rivelerà una scelta particolarmente felice.

Prima di raggiungere la nostra meta ci fermiamo a Dozza, non lontana da Bologna.
Dozza è un borgo medievale arroccato in cima a una collina intorno al castello. La Rocca, con torrioni imponenti, ospita un museo e una fornitissima enoteca regionale, con etichette del territorio emiliano e di quello romagnolo.

Dozza è conosciuta soprattutto per i murales che fin dagli anni ’80 hanno abbellito le mura delle abitazioni del borgo, lungo le due strade quasi parallele che dalla Porta del Rivellino salgono dolcemente fino alla Rocca. I temi sono i più diversi e diversi anche gli stili. Alcuni traggono spunto dall’ambiente circostante, altri hanno un’impronta favolistica e sognante, come spesso si trova nei murales dei piccoli paesi.
È un giorno feriale e quindi non ci sono molti visitatori in giro. L’atmosfera è rilassata: la padrona di un piccolo negozio di souvenir si concede due chiacchiere con le amiche sedute fuori del negozio, al sole del primo pomeriggio; dalle finestre aperte della scuola si sentono le voci allegre dei bambini.

Riprendiamo la strada verso l’agriturismo che abbiamo prenotato, la Ca’ de’ Gatti, nel comune di Faenza. Ci sono state fornite indicazioni precise per arrivare e il navigatore aiuta a orientarsi tra strade interpoderali. È il nostro primo approccio con questa campagna, fatta di dolci colline lavorate: vigne, olivi, alberi da frutto. Ne rimaniamo ammaliati. La casa è una fattoria ristrutturata in cima a un colle, con uno splendido panorama tutt’intorno. Barbara e Roberto che gestiscono l’agriturismo sono ospitali, sempre disponibili a fare due chiacchiere per raccontare la loro terra, i luoghi, la storia dei posti. La loro cucina, basata su piatti del territorio, è ottima. Resteremo a cena nell’agriturismo tutte e tre le sere.
La luce calda del tramonto ci invoglierà a scattare foto sfruttando le geometrie create dai diversi toni di verde delle coltivazioni, dalle stradine bianche che collegano i campi, dai filari della vite: un vero divertimento.

Forlì è una cittadina tipica della provincia italiana, tranquilla anche nel giorno di mercato, regno delle biciclette che beneficiano del terreno pianeggiante e di un traffico automobilistico scarso.
Il centro storico si sviluppa intorno alla grande piazza Aurelio Saffi dove si trovano i monumenti storici di maggior rilievo, il palazzo comunale, la basilica di San Mercuriale, la Torre campanaria. Come abbiamo letto in alcuni documenti, la città ha subito importanti distruzioni durante la seconda guerra mondiale, data la vicinanza della linea gotica. Le distruzioni hanno penalizzato l’omogeneità stilistica del centro, che vede coesistere edifici della seconda metà del ‘900 accanto ad altri risalenti a epoche precedenti.
Bighellonando un po’ a caso, abbiamo fatto incontri gradevoli, come la piccola chiesa della Madonna del fuoco, in stile neoclassico, con una semplice facciata leggermente concava, costruita in ricordo di un miracolo che aveva salvato da un incendio un’immagine della Madonna con il bambino. Di rilievo, ma avremmo avuto bisogno di una guida specifica, il quartiere razionalista, sviluppatosi nella prima metà del ‘900.

Il sito della regione Emilia Romagna dedicato al turismo ci aveva fornito indicazioni sulla street art forlivese, sparsa in alcune strade del centro storico e nelle aree limitrofe (https://emiliaromagnaturismo.it/it/itinerari/i-murali-a-forli). Gironzolare alla ricerca delle opere segnalate, ci ha consentito di incontrare non solo murales, ma anche installazioni in materiali differenti, quasi dei mosaici, che con i loro colori vivaci mettono allegria.


E per finire: i Musei San Domenico che ospitano spesso mostre interessanti, attirando i visitatori per la qualità dell’offerta.
Il giorno successivo è la volta di Faenza che ci attira per l’antica tradizione cittadina della lavorazione delle ceramiche. Una tradizione così radicata che il termine francese per indicare la ceramica è proprio “faïence”. Il museo internazionale della ceramica è assolutamente imperdibile. La sua collezione è sterminata, da richiedere di suddividere la visita in almeno un paio di giorni per evitare di uscirne sopraffatti, come è successo a noi. Solo per fornire un’idea, le collezioni includono ceramiche antiche di tutto il bacino del Mediterraneo, pre-colombiane, islamiche, del Rinascimento italiano. E poi porcellane cinesi e giapponesi, europee provenienti dalla Francia, dall’Inghilterra, dall’Olanda, fino alle opere di grandi artisti del ‘900 (Picasso, Chagall, Matisse), oggetti di design contemporaneo. E per finire, non mancano alcuni degli esemplari che negli anni hanno partecipato al Concorso internazionale che si svolge in città.
Anche lo studio-museo di Carlo Zauli, scultore ceramista faentino, vale una visita. Al suo interno è raccolta una selezione delle opere del maestro, compresi alcuni disegni preparatori, insieme a quelle di altri artisti che negli anni hanno collaborato con lui. Il tutto ambientato nei laboratori e nel giardino dello studio, insieme ai macchinari per la preparazione dell’impasto di argilla e ai forni nella sala della cottura.

Siamo capitati in città di sabato, giornata di mercato che si tiene nelle due piazze centrali adiacenti: Piazza della Libertà e Piazza del Popolo. L’atmosfera è animata, vivace. Nel pomeriggio, smontati i banchi, le piazze recuperano una certa tranquillità e la dimensione ampia degli spazi. Poi, con il passare delle ore, i tavolini dei caffè all’aperto si popolano e le piazze acquisiscono una nuova vivacità, differente da quella indaffarata del mattino.

La passeggiata per le strade del Centro è piacevole. Si nota una bella cura degli edifici storici. Ogni palazzo appena degno di nota riporta una piccola targa in metallo con il nome, la data di costruzione e in alcuni casi quella del restauro, gli architetti che vi hanno lavorato. Noi abbiamo notato in particolare due edifici su Corso Mazzini: la Casa Matteucci, con belle decorazioni liberty in ceramica e ferro battuto e il Portico della carità, già Ospedale “Casa di Dio” nel XV secolo, trasformato successivamente in Asilo infantile.

Barbara, la grande cuoca del nostro agriturismo, ci consiglia caldamente di visitare Brisighella. Era nei nostri piani e, visto che è situata sulla strada che nei secoli ha collegato Forlì alla Toscana, decidiamo di tornare verso Firenze percorrendola tutta.
Brisighella è un borgo in collina cui arriviamo per strade interpoderali che ci fanno godere ancora i bei panorami della campagna. Le sue origini medievali sono testimoniate da un castello in cima a uno dei colli e dalla Torre dell’orologio. Particolarità del centro storico è la Via degli Asini, una strada sopraelevata, coperta e ormai inglobata nelle abitazioni, su cui si aprono le porte delle case (una volta erano le stalle), con ampie arcate che si affacciano sulla piazza principale. È un esempio di architettura molto peculiare che non avevamo incontrato da altre parti.


La strada che ci riconduce verso casa è un percorso quasi di montagna (SP 302R). Ci porterà in mezzo ai boschi fino a superare i mille metri di altitudine, passando per Marradi, Borgo San Lorenzo, Fiesole. Una sosta per mangiare un panino nei pressi del Santuario della Madonna dei tre fiumi (nel comune di Borgo San Lorenzo) nell’accogliente giardino del locale ristorante. È una strada lunga e impegnativa per la guida, ma pochissimo trafficata, che si dipana in un ambiente naturalistico molto bello. Da percorrere senza fretta per godere appieno l’itinerario e accorciare, psicologicamente, la strada del ritorno.
Notizie pratiche
Per strutturare il nostro itinerario abbiamo trovato molto utili i suggerimenti del sito della regione Emilia Romagna dedicato al turismo (https://emiliaromagnaturismo.it/it).
Consigliamo, perché la nostra esperienza è stata ottima, l’agriturismo Ca’ de’ Gatti (http://www.cadegatti.it/).

