
Arte e Natura a Kerguéhennec
L’incontro tra Natura e Arte ci emoziona sempre. Sono due ingredienti che si mescolano perfettamente al punto da renderli indistinguibili, un mix che soddisfa il nostro bisogno di bellezza e stupore. Ce ne siamo già occupati in questo blog parlando del Parco delle Sculture nel Chianti e del Bosco della Ragnaia.
Lo stesso ci è accaduto, inevitabile, a Kerguéhennec. Si tratta di un parco di paesaggio e di sculture attorno a un castello, in una tenuta di 45 ettari con un laghetto delizioso tra boschi di faggi, querce e castagni. Siamo nel Morbihan, Bretagna meridionale, in un percorso poco frequentato dai turisti della costa. Ma in questo caso, allontanarsi da spiagge, maree e scogliere vale senz’altro la pena. Per di più l’ingresso è libero e gratuito e la proprietà è pubblica dal 1972.

Ci accoglie un grande castello di inizio XVIII secolo – che fa il verso a Versailles – circondato da giardini con siepi all’italiana, ampi viali e fontane e poi serre e magazzini. L’architettura botanica del parco è stata rimodellata nell’800 dal paesaggista Denis Bühler, mentre il maniero è su disegno di Delourme. Il castello, con ottimo restauro e aperto al pubblico dal 2006, è al centro di una rete di sentieri che attraversano il parco formando itinerari che collegano tra loro installazioni artistiche en plein air. Le sculture, di artisti internazionali e collocate a partire dal 1978, sono nascoste tra gli alberi e nelle radure, mentre mostre temporanee sono ospitate nei magazzini e nelle serre, riconvertiti a spazi artistici molto ben organizzati.
Tanto ampi sono lo spazio, il verde e la calma, che ci si aggira quasi in silenzio, assaporando lentamente i giochi di luce sulle opere e quelli disegnati sui sentieri dai rami, i bagliori sulle acque, il suono dei propri passi nel sottobosco. Passeggiando, incontreremo anche famigliole in picnic, giovani coppie, lettori solitari, visite guidate.
Il castello stesso è sede di una interessante ed estesa collezione permanente dell’importante pittore bretone Pierre Tal Coat, uno dei capiscuola della corrente astrattista di arte informale della metà del secolo scorso, tendenza che annovera tra gli altri Lucio Fontana, Jackson Pollock ed Emil Schumacher.
La mostra temporanea di questa estate 2022 espone invece ritratti eseguiti con la tecnica dell’anamorfosi da Marc Didou, uno scultore contemporaneo in ferro, noto da tempo anche in Italia.

Ma è la natura del bosco attorno a noi che ci impone i due percorsi per incontrare tra gli alberi, i rododendri e le ortensie le 38 fra sculture e installazioni in metallo, pietra o legno. Molte di queste richiedono il gusto della scoperta e della ricerca tra le ombre del bosco, i tronchi, le siepi, laddove improvvisamente si svelano sorprendenti. Fra tutte, ci hanno colpito quelle di Julien Laforge – un osservatorio che al suo interno richiama stilemi giapponesi – il bronzo dinamico di Giuseppe Penone, i mille vasi rossi posti da Jean-Pierre Raynaud nella vecchia serra e il portale di Boudin, quasi un torii giapponese stilizzato, che si rispecchia onirico dalla riva del lago.



Altre sculture meritano di essere segnalate per l’importanza dei loro autori: Marina Abramovich, Ulrich Ruckriem, François Bouillon, Richard Artschwager…

Inoltre, poco lontano dall’area principale del parco, nell’ambito della manifestazione annuale “L’art dans les chapelles”, in una campagnola Chapelle de La Trinitè troviamo la curiosa installazione di François Reau, ispirata al fatto storico della caduta di un meteorite nel 1869 nella vicina Kernouve.

Ma la scultura più iconica del colloquio dinamicissimo tra arte, natura e osservatore ci è parsa quella di Markus Raetz: una disposizione orizzontale in cemento che ha per parte integrante una quercia piantata lì vicino. Ebbene, l’alberello posato nel 1986, come ritratto nella piccola foto di catalogo, è oggi una forte quercia che svetta robusta. Sono cambiate materialmente le proporzioni, le distanze e gli equilibri. È un connubio animato-inanimato che ci dimostra come il tempo, il prodotto artistico e l’uomo mutino in rapporto continuo e reciproco tra di loro. E con essi, i significati che risuonano in noi.


E così un’opera d’arte immersa nella natura, intesa nella sua totalità, cambia continuamente, evolve, nonostante appaia immobile, invariante o definita per sempre. È per questa magia che l’incontro di Natura e Arte ci rammenta il moto continuo delle nostre vite.
Informazioni pratiche
La Tenuta e il castello di Kerguehénnec si trovano nel comune di Bignan, trenta km da Vannes. L’orario del parco è 8.00-21.00 (chiuso a novembre), quello delle esposizioni e del castello è 11.00-19.00.
L’auto va lasciata in un parcheggio poco distante.
Per la visita al castello, i due percorsi nel paesaggio tra le sculture e la mostra temporanea vanno previste almeno tre ore. Ma ci si può rifocillare al semplice Cafè du Parc, aperto sul gran cortile di accesso al castello, o all’ombra sull’erba, se ci si porta da mangiare. Sono disponibili depliant, audioguide e visite guidate in francese e inglese.
La Chapelle de La Trinitè è raggiungibile in auto dal parcheggio in pochissimi minuti, proseguendo a sinistra lungo la strada D123 da cui si è arrivati, e seguendo l’indicazione che si troverà poco dopo sulla destra.
Il sito di riferimento è www.kuerguehennec.fr .
In FB si trovano aggiornamenti su: /domaine.dekerguehennec.

